venerdì 11 dicembre 2009

L’arte che provoca non è arte, e la Bellezza è nei piccoli gesti

Con Roger Scruton filosofo, columnist, compositore e “provocatore” in un mondo dove la ragionevolezza è diventata “provocazione”, e la provocazione “saggezza”, condivido alcune idee riguardo l’Arte e la Bellezza e come lui “rifiuto buona parte dell’estetica moderna”.
Mi ha molto colpito questa sua intervista. Non tutta l’arte ha ripudiato il concetto di bellezza
“Solo quella che fa più rumore, e che ne guadagna più pubblicità lo ha fatto”.
Nelle arti visive il fenomeno è molto evidente: “ci sono molti artisti che mantengono un’idea di bellezza, che creano opere figurative che alle grandi mostre non arrivano. Arriva invece la cacca dissacrante, che sta lì per il semplice motivo che è offensiva. Il pubblico ordinario non apprezza questa roba. Molti intellettuali non la amano. Ma nessuno dice che è spazzatura”.

Questo ovviamente sempre in certi ambiti riportati dal gran megafono mediatico, che si sa non è propriamente “super partes” e alieno a interessi di cassetto.
Perché per ogni amante dell’Arte la “cacca è cacca” e non solo è offensiva allo sguardo, ma anche all’intelletto: solo un beota senza cervello che non capisce nulla di Arte può applaudire a certe sconsiderate bruttezze. E solo un cinico “bottegaio” può proporre la spazzatura come Arte. Se si sottomette l’Arte al “vil denaro” cioè si “crea” o si finge di creare per guadagnare tanto, ogni confine viene varcato anche quello dell’humama pietas e procurare morte e sofferenza ad un essere vivente, diventano l’indegna provocazione per garantirsi “onore e gloria”, ma soprattutto un solido conto in banca…

Com’ è pur tristemente vero che
“ci sono molti Artisti che mantengono un’idea di bellezza, che creano opere figurative che alle grandi mostre non arrivano” è il caso di un amico fraterno del mio buon amico Il Berretto a Sonagli, Francisco Fernandez “un vero Artista” che “Non si piega a compromessi e per questo, il suo talento non é stato valorizzato come sarebbe giusto” (copy right BaS..).
Parlare di quanto sia stato “disintegrato” il mondo dell’Arte dal malcostume sopra menzionato comporterebbe una conoscenza del tema molto più vasta della mia, che è solo il “grido” di dolore di un’amante del Bello.
Ritornando a Scruton:
“C’è una sorta di apprezzamento istituzionale per lo shock, spesso si confonde l’opera d’arte scioccante con l’originalità. E questo non c’entra niente con la vita normale. Invece voglio parlare della bellezza nella vita normale, senza nemmeno riferirmi all’arte. Nella vita che ognuno conduce ci sono momenti di bellezza. Anche solo apparecchiare la tavola in maniera bella. Vestirsi bene per uscire la sera. Se si eliminano questi momenti, si eliminano i veri momenti importanti della vita”.
L’Arte infatti in primis è negli occhi di chi la guarda. Se non c’è questa sensibilità anche l’immortale Venere diventa “una sguinzia al mare” e i "gabinetti" finiscono nei musei…(mi perdonino gli amanti di Duchamp…se ce ne sono…).
Quando si ha il dono di questa sensibilità anche “apparecchiare una tavola” con cristalli e pizzi al tombolo diventa Bellezza, e la vita una gioia vissuta in ogni istante.

Per concludere Scruton nei suoi libri dà grande risalto alla Tradizione, quella occidentale, quella Cristiana, quella del suo Paese.
“Nel XIX secolo. Si diceva che con Wagner e Baudelaire tutto fosse andato sottosopra, e che l’arte occidentale fosse finita. Ma cinquant’anni dopo c’erano geni come Yates, Pound, Montale. Pensiamo ai film di Fellini. Come li possiamo spiegare? Solo se li connettiamo a una tradizione antica. Fellini ha riattualizzato, anche con il suo modo di fare regia, la commedia dell’arte. Bene, dobbiamo fare così. Dopotutto, pensiamoci, il futuro non esiste. Non abbiamo altro che il nostro passato per costruire. Dobbiamo guardarci dentro e cercare modelli, esperienze, cose perdute”.
Una consiglio saggio per una società che ha indossato gli “stivali del multiculturalismo” per correre incontro al baratro che se la inghiottirà: l'arretratezza dell'attuale mondo islamico.
Aretusa

17 commenti:

marshall ha detto...

Forse non m'intendo d'arte moderna o contemporanea, ma quando vedo tele come quelle conservate a Villa Panza di
Varese, in cui si vede solo un fondo colorato, resto molto perplesso quando sento che altri le declamano come opere d'arte "di grande valore artistico".
Sarà!

Nessie ha detto...

Articolo molto interessante. Ho letto tutti i links che metti, Are.
Sullo stesso tema consiglio anche "La bellezza" di Stefano Zecchi. "La critica alla modernità" saggio fondamentale di Jean Clair.E naturalmente di questo stesso autore anche il "De Immundo", una critica spietata ai cessi di Duchamps, ai ready made fino ad arrivare ai quadri dipinti con gli schizzi delle siringhe dei tossici. Ma non solo. Alla merda inscatolata di Piero Manzoni, passando per i bimbi impiccati di Cattelan che fece pure, se ben ricordi, l'Oriana decapitata.
Penso che alla fine l'immondo muoia per autoasfissia, dato che non se ne può davvero più.

marshall ha detto...

Nessie,
tra i miei amici, annovero il piacere di avere un antiquario-restauratore. Era eccellente nella sua attività (credo d'averne accennato in qualche mio post), sia come restauratore che come intenditore di quadri. Dei quadri moderni non ne voleva neanche sentir parlare: sviava subito il discorso. Si estasiava e mi faceva descrizioni inebrianti dei suoi ottocentisti. Il Piccio, pittore bergamasco dell'800, del quale aveva un quadro, me lo fece conoscere lui, esaltandone doti, qualità, vita.

marshall ha detto...

Bel post.
Complimenti, Aretusa.

sarcastycon ha detto...

" la bellezza dei corpi è una qualità che diventa sensibile alla prima impressione; l'anima l'apprende e riconosciutala, l'accoglie e in certo modo le si accorda..."
" Perciò affermiamo che l'anima per sua natura e per sua vicinanza all'essenza reale che le è supriore si compiace di contemplare ciò che è dello stesso suo genere..." (Plotino Enneadi)

Da ciò segue che: chi si compiace di contemplare la "merda d' artista" di Manzoni o il cesso di Duchamp, dimostra che quello è il suo livello spirituale e cognitivo.
Sarc.

Hesperia ha detto...

Certo Marsh, cosa c'è mai da restaurare in certe brutture come quelle citate? Quelle sono celebrative solamente della disgregazione in atto e devi lasciarle come sono.

marshall ha detto...

Hesperia,
infatti, chi sarà mai quel "pazzo" che le dovesse andare a restaurare? Che si disgreghino pure!

A proposito, Il "Sarà" del primo commento è dubitativo e non esclamativo, anche se lì siamo in presenza di "arte pulita", che più pulita di così non si può: sono fondi pieni. Eppure c'è un pittore, mio conoscente, che per fare cassetta si era dovuto adeguare, e, dal figurativo, del quale era maestro, era passato a questo genere di pittura; altrimenti sarebbe morto letteralmente di fame perchè non vendeva più.

Aretusa ha detto...

Marsh...non solo resto perplessa ma, mi scappano anche sonore risate...
Non ho il dono della diplomazia e per me "pane al pane e vino al vino"...
La "cacca" d'artista rimane quel che é, malgrado possa passare per un'ignorante, insensibile a certe "alte" espressioni artistiche....
Se c'è una cosa a cui non intendo mai rinunciare nella vita é il mio intelletto...e il "cesso" di Duchamp lo offende.
Che poi, quel pezzo di Duchamp sia in un museo...beh...non mi disturba minimamente chi ce l'ha messo o era cieco o era stolto o era in malafede....
Ciao Are

Aretusa ha detto...

Crazie Nessie e grazie per i tuoi consigli...sempre preziosi per il mio desiderio di arricchimento culturale.

Lo spero anch'io che muoi per asfissia...ma intanto purtroppo sta nei musei...

Ciao Are

Aretusa ha detto...

Grazie Marsh:-) vedo ora il tuo lusinghiero apprezzamento...
Are

Aretusa ha detto...

Sarc...a volte la gente si fa influenzare....teme di essere esclusa dal circolo eletto degli intellettuali chic...fa schifo anche a loro, solo che non hanno il coraggio di dirlo....
Ciao Are

Aretusa ha detto...

Ti ricordi Fantozzi nella celeberrima scena della corazzata Potemkin diEjzenstejn..una cosa così....per me dire certe cose é una liberazione....anche se sono troppo aspre per certe orecchie:-)
Are

marshall ha detto...

A proposito, faccio come il Christian De Sica della pubblicità Tim: ma chi è questo Duchamp?
Il nome mi ricorda vagamente un ex calciatore della Juve, mentre lo stile pittorico di cui parlate mi ricorda la cacca di Daniele Luttazzi. Da entrambi i caccaroli, preferisco starne ad adeguata distanza.

Aretusa ha detto...

Un furbone che ha inventato l'arte concettuale (ossia l'idea é l'aspetto più importante dell'opera) e del ready-man
cioé un
"comune manufatto di uso quotidiano (un attaccapanni, uno scolabottiglie, un orinatoio, ecc.) che assurge ad opera d'arte una volta prelevato dall'artista e posto così com'è in una situazione diversa da quella di utilizzo, che gli sarebbe propria (in questo caso un museo o una galleria d'arte). Il valore aggiunto dell'artista è l'operazione di scelta, o anche di individuazione casuale dell'oggetto, di acquisizione e di isolamento dell'oggetto.

Capito il furbone...

e pensare quanto fu fesso Michelangelo a faticare tanto per la Cappella Sistina....quattro anni solo per il soffitto...
ciao Are

marshall ha detto...

Proprio un gran furbone, e gonzi, anzi gonzoni, sono quelli che si fanno abbindolare, musei e gallerie d'arte comprese (dove arte, in questo caso diventa puro eufemismo).
Ricordo che..."gonzo è colui che è credulone e facile da ingannare". Stendhal ne "La Certosa di Parma" ne fa l'apoteosi, inventando un personaggio col nome di Gonzo. Appunto.
"Tacete, Gonzo, non siete che uno sciocco".

Anonimo ha detto...

Ho l'impressione che ultimamente anche l'Italia straripi di gonzi e gonzoni...povero Paese mio...
Ciao Are

Anonimo ha detto...

nel maggior respiro dell'arte,veramente intesa come fulcro di vita,si potrebbero dimeensionare queste ansie e sviluppare maggiormente certi valori naturali con apertura fraterna e amore per tytti, verso tutti universalmente.Anna becheri